Inps, batosta per i pensionati: soldi in meno nelle loro tasche

È ufficiale la mossa da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Sono in molti a rischiare il provvedimento, qual è la situazione.

Pensioni, non arrivano affatto buone notizie per chi è detentore del cedolino mensile erogato dall’INPS. Negli scorsi anni il governo Draghi aveva introdotto un bonus di 350 euro (inizialmente 200 euro, a cui si sono aggiunti 150 euro) per aiutare le famiglie ed i pensionati a fronteggiare l’aumento dei costi. Ma ora recenti sviluppi indicano che alcuni beneficiari potrebbero dover restituire gli importi ricevuti. E come è comprensibile che sia, la cosa ha cominciato a creare preoccupazione tra coloro che hanno fatto richiesta al tempo.

Le verifiche dell’INPS sono finite da poco, in base a quanto si apprende. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha recentemente completato le verifiche sui richiedenti dei bonus da 200 e 150 euro, accertandosi che tutti fossero idonei a riceverli. Qualora siano stati riscontrati requisiti non soddisfatti, l’ente previdenziale procederà a richiedere la restituzione delle somme, che verranno detratte dalle pensioni future.

Chi ha diritto al bonus 200 euro 2024?

I requisiti per accedere ai bonus: per capire il rischio di restituzione, è utile rivedere quali fossero i criteri di accesso a questi vantaggi. Nel 2022, il governo Draghi, in risposta all’aumento dell’inflazione, aveva varato il decreto n. 50 del 17 maggio 2022, noto come decreto Aiuti, che prevedeva un contributo una tantum di 200 euro per i residenti in Italia con un reddito non superiore a 35.000 euro. Questa misura era rivolta non solo ai lavoratori e ai pensionati, ma anche a disoccupati in determinate condizioni.

I pensionati che ricevevano prestazioni assistenziali dall’INPS, come l’Assegno sociale o le pensioni per invalidità, erano inclusi tra i beneficiari. Successivamente, con il decreto Aiuti-ter, fu introdotta un’ulteriore erogazione di 150 euro, destinata a chi presentava un reddito massimo di 20.000 euro. Ora però alcuni rischiano di dovere riconsegnare i bonus.

A seguito della conclusione delle verifiche, l’INPS ha stilato una lista di coloro che, avendo superato i limiti di reddito previsti, dovranno restituire le somme percepite. Le comunicazioni sono già state inviate tramite la “Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione (Send)”. Le restituzioni riguarderanno sia il bonus di 200 euro che quello di 150 euro, ed in alcuni rari casi, entrambi.

Come avverranno le restituzioni all’INPS

Ma per fortuna c’è anche una buona notizia: il rimborso non avverrà in un’unica soluzione. Le trattenute mensili saranno di 50 euro fino a coprire l’intero importo dovuto, a partire da giugno 2025. Se non fosse possibile effettuare la trattenuta direttamente dalla pensione, l’INPS invierà un avviso di pagamento tramite l’applicativo PagoPa.

Il timore di dover restituire i bonus ha generato preoccupazione tra i pensionati. Molti di loro non ricordano chiaramente i requisiti necessari per l’accesso ai fondi, il che rende la situazione ancora più complessa. Alcuni beneficiari hanno già manifestato l’intenzione di contestare le richieste di restituzione, citando ad esempio che l’INPS ha incluso nel calcolo del reddito beni come la propria casa, contrariamente a quanto stabilito dalla normativa. Ci sono però delle novità sulla TARI, in questo caso positive.